I tappeti: un prodotto magico da scoprire

Quanti di noi conoscono le tecniche di lavorazione di un tappeto? Quanti di noi sono in grado di distinguere un tappeto di buona fattura da uno di pessima fattura? Ad entrambe le domande possiamo rispondere che sono veramente poche le persone che ci riescono e pertanto altrettanto pochi sono gli esperti che lavorano in questo settore.

A cosa pensiamo quando qualcuno ci chiede di dire qualcosa su un tappeto? Probabilmente la prima cosa che ci viene in mente sono i tappeti di casa nostra, che fanno parte della nostra quotidianità. Ci sono certamente tappeti moderni che spesso non sono così tanto prestigiosi, ma molti di noi possiedono anche magari tappeti antichi e non sono in grado di apprezzarne il valore.

Eppure il tappeto è un prodotto così affascinante e così ricco di storia che è difficile non rimanere incantati anche solo a sentirne parlare, figuriamoci a vedere un pezzo d’arte esposto in un museo, in un negozio e, per i più fortunati che se lo possono permettere, a casa propria.

Il tappeto caucasico: un’opera d’arte ricca di storia

I tappeti caucasici sono originari dell’omonima regione che si trova tra il Mar Nero e il Mar Caspio e che attualmente comprende l’Azerbaigian, la Georgia, l’Armenia, il Nagorno Karabakh, l’Abcasia, l’Ossezia del Sud, la Cecenia e l’Inguscezia: tutte regioni dove il tappeto caucasico viene annodato. I tappeti che sono prodotti in queste zone sono generalmente geometrici e sono provvisti del cosiddetto “Nodo Simmetrico”: il Nodo Ghiordes. Si tratta di tappeti con una grandissima forza espressiva e con colori vivaci e brillanti e, essendo generalmente annodati su telaio orizzontale da popolazioni nomadi, hanno quasi sempre la trama e l’ordito in lana.

Per fare solo un esempio, uno dei pezzi più preziosi è il Grande Sumak antico: un tappeto annodato in tecnica Sumak che, pur essendo tessuto piatto, rientra nella categoria “tappeti” grazie ai suoi fili di trama che sono distinti dai fili che formano il decoro.

Che cosa aspetti a volare con un tappeto magico?

Il diritto di primogenitura a chi spetta?

Sono molti i popoli che, fin dai tempi più antichi, si sono contesi il diritto di primogenitura del tappeto. In genere sono i turchi, i persiani e gli armeni i popoli che maggiormente si contendono questo diritto e pertanto le leggende sono moltissime.

Un’affascinante leggenda armena, ad esempio, narra che un vecchio pastore, mentre scendeva dalle pendici del monte Ararat, fu colto improvvisamente da un abbassamento della temperatura e, dato che il mantello tessuto a kilim che aveva addosso non gli era sufficiente, si ingegnò ad annodare dei fili di lana attraverso tutta la trama della tela, ottenendo così un primo rudimentale antenato del tappeto. Ma si sa, “ognuno tira l’acqua al proprio mulino” e, molto probabilmente, anche i turchi e i persiani hanno leggende simili.

Quel che è certo è che molti popoli antichi, a prescindere da chi ne fu l’inventore, si specializzarono nella realizzazione di questo manufatto. Non a caso, Marco Polo ne “Il Milione” ad esempio, scrive: “Gli armeni e i greci, che vivono tra i turcomanni, tessono i migliori e i più ricercati tappeti del mondo.”